In provincia di Bergamo la vite viene coltivata da tempi molto remoti,
tanto che nell'epoca romana si parla già di un tempio dedicato a Bacco,
che sorgeva nell'antico borgo di San Lorenzo.
Gli storici riferiscono che nel XVI° secolo la nostra provincia produceva
molto più vino del suo fabbisogno, circa tre volte tanto, e che la vite
veniva coltivata non solo in collina, ma anche in pianura. Molto ricercati
erano i vini della Valcalepio e della Val San Martino, sia i rossi che
i bianchi, di pronta beva, ma anche resistenti e atti all'invecchiamento.
La zona collinare che si estende per circa 70 km da est a ovest
è particolarmente vocata per la coltivazione della vite,
per la sua felice esposizione e per il clima particolarmente mite.
Sino a circa il 1960 la superficie a vigneto si mantenne costante,
poi con l'intensa industrializzazione diminuì progressivamente
passando da 6500 ettari agli attuali 1500, ma è proprio in questo
periodo che si è assistito ad un rapido miglioramento degli impianti
e ad una perfezionata tecnica ecologica, fino ad arrivare
ai traguardi odierni.
Come scriveva verso la fine del '700 il conte Marco Tonini Foresti,
letterato bergamasco:"Il vino per la verità è il più prezioso licore
e il più universale che all'umano genere venga preparato.
Esso è il condimento e la delizia delle nobili mense
e sembra a lui destinato a somministrare vigore e salute."